Lo sputo by Marzia Sabella;

Lo sputo by Marzia Sabella;

autore:Marzia Sabella; [Sabella, Marzia]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788838944031
editore: edigita
pubblicato: 2022-04-20T22:00:00+00:00


Sei

Sangu di vini

(luglio 1960)

Un fascio della prima luce del mattino si era infilato nella vetrata della chiesa andando a sbattere sulla faccia scrostata della statua di sant’Antonino da Padova. Un pezzo di naso gli era saltato e l’orecchio destro, l’unico visibile, aveva perso il lobo. La mano, che avrebbe dovuto impugnare il giglio, era rimasta senza dita mentre l’aureola stinta, posta sul capo del bambinello tenuto in braccio dal santo, sembrava una corona di spine. Il saio, un tempo marrone, era diventato ad occhio di pernice per via del gesso riemerso qua e là per la perdita di coriandoli di smalto. Un santo del nord che, rispetto al luccicare glorioso di Rosalia Sinibaldi, collocata accanto all’altare centrale con le candele accese, sembrava una caricatura. Pronto per essere ammassato in qualche sotterraneo della curia e, pertanto, lasciato verso l’uscita, a destra dell’ultima fila.

Era lì che Fina si inginocchiava all’alba di tutti i giorni per assistere alla prima messa. Anche lei ospite poco gradita, in punta di piedi sull’uscio come il venerabile mutilato che le stava vicino, essendo una peccatrice col veto della comunione.

Quando lasciò il marito per convivere con Stefano Leale, lo scandalo scosse come un sisma le leggi in vigore: quelle mafiose, quelle statali e quelle ecclesiastiche. Le prime, ben presto, consentirono la deroga ad personam, le seconde introdussero il divorzio quando Fina non aveva più che farsene, le terze rimasero immutate. Le si consentì soltanto, dopo l’avvenimento increscioso e indecente, di frequentare la chiesa ma giammai di avvicinarsi all’eucarestia: assai insudiciata è l’anima della maritata che giace in altri talami per essere schiarita dal mistero della transustanziazione del pane e del vino.

Dopo l’omicidio di Stefano, donna Fina aveva pertinentemente domandato se, considerato il mutamento di status, potesse accedere all’ostia consacrata. Se la morte del legittimo sposo cancella il sacramento del matrimonio, la morte dell’illegittimo consorte dovrebbe estinguere, di converso e per l’appunto, il peccato del concubinato. La risposta teologica del prete prese tutt’altra direzione: lo sposalizio con il signor Lupo era pur sempre valido al cospetto di Dio e lei, restando fuori dalle mura coniugali, rimaneva una peccatrice, se non più per lussuria almeno per superbia.

Serafina Battaglia non era facile a rassegnarsi e aspettava un segno di ravvedimento dal figlio di cane di parrino. Pure sant’Antonio, difensore dei poveri e dei perseguitati, che le stava al fianco in muta e complice compagnia, in vita aveva ammonito i prelati ad essere pacifici con i sudditi e a comandarli con previdenza e comprensione. E a quell’altro cornuto di Ezzelino da Romano, il Santo di Padova chiaro glielo disse: oh tiranno spietato e fitusu, pende sopra il tuo capo la sentenza del Signore, terribile e durissima, che cacare ti farà. Parole queste che erano nelle corde di donna Fina la quale, per compensare la partecipazione a metà alla funzione religiosa, rimaneva genuflessa con gli occhi puntati su padre Mariano, tra implorazione e minaccia, con la tutela del divino beato del nord che, essendo distante, per cultura e provenienza, dalle complicate trame siciliane, con imparzialità e audacia si era schierato dalla parte dell’oppressa.



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